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PRESENTATO LA DISCIPLINA E LA VALORIZZAZIONE DELLE DENOMINAZIONI COMUNALI
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Si è tenuta oggi venerdì 1 marzo, a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, la conferenza stampa di presentazione del Progetto di Legge n. 426 'Disciplina e valorizzazione delle denominazioni comunali', di cui il consigliere Stefano Valdegamberi (GM) è primo firmatario, che intende “fornire ai comuni delle linee guida e una strumentazione normativa ai fini della disciplina, da parte degli stessi, delle procedure di riconoscimento e di valorizzazione dei prodotti della tradizione e della storia locali, che risultano presenti nelle diverse realtà territoriali. Si tratta di produzioni, di beni e attività strettamente locali e a carattere localistico, e questa proposta di Legge si colloca nella sfera della cultura e della salvaguardia di vocazioni e tradizioni locali che sono strettamente legate, e spesso originate, da prodotti di elevata rappresentatività, inimitabili, di limitata rilevanza economica per le quantità prodotte e destinati a consumatori abituali, legati all’ambiente da dove essi hanno origine”. Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha sottolineato “l’opportunità che la Regione Veneto si doti di una nuova Legge per tutelare le De.Co., le Denominazioni Comunali del Veneto, che rappresentano marchi non di qualità, bensì di appartenenza, di storicità di un prodotto rispetto a un determinato territorio. E’ necessario dare alle De.Co. una cornice istituzionale e legislativa che faccia chiarezza su cosa esse siano effettivamente e sui metodi da seguire per valorizzare in modo adeguato un determinato territorio e per tutelare, promuovere e garantire il giusto riconoscimento economico ai produttori, ai ristoratori, a quanti lavorano sodo, con passione, per promuovere le nostre specificità ed eccellenze locali, isolando invece quelli che cercano di inserirsi in questo mondo con poca professionalità, rischiando così di rovinare l’immagine di qualche prodotto e di alcuni territori”. “Le De.Co – ha spiegato in particolare Ciambetti – sono attestazioni che testimoniano o certificano il legame tra un territorio e un dato prodotto, frutto di una storia locale. Stiamo parlando di prodotti che hanno un valore identitario per una comunità e che possono diventare risorse della propria terra con cui garantire la biodiversità e, se del caso, anche incentivare non tanto un generico turismo, ma il turismo della conoscenza. Esse segnano il passaggio dal generico ‘prodotto tipico’ al ‘prodotto del territorio’. Da vicentino potrei farvi un elenco singolarissimo di prodotti unici, come il broccolo fiolaro di Creazzo, ad esempio, gli avanotti o i marsoni di Bolzano Vicentino, il radicchio rosa di Asigliano, le patate di Rotzo o il sedano di Rubbio una frazione di Conco-Lusiana. L’elenco è lunghissimo ed è evidente che stiamo parlando di prodotti di nicchia di una qualità estrema perché frutto di una selezione lunghissima talvolta anche di secoli. Dietro alle DE.CO c’è la storia e ho voluto essere qui con voi oggi perché, come sapete il 1 marzo è il capodanno more veneto: il 1 marzo, la Serenissima celebrava l’inizio dell’anno, come era già costume di molte popolazioni antiche, ebrei compresi e popoli pre-latini, che facevano coincidere l’inizio dell’anno con la primavera. Il mese di marzo deve il suo nome a Mawort, antica divinità legata al ciclo agricolo della rinascita e della tutela della comunità locale, solo successivamente sviluppatasi nel latino Marte. Marzo, dunque, è il mese della rinascita, della speranza, del ciclo della natura che porta i suoi frutti migliori”.